“Tutto per colpa della cocaina” | Dopo l’Inter il buio più totale: distrutto da droghe e alcol
L’ex interista si confessa a cuore aperto, è stato rovinato dall’abuso di alcol e droghe dopo aver lasciato i nerazzurri, le sue parole
L’Inter di Massimo Moratti ha raggiunto come apice lo storico triplete conquistato nel 2010 con Josè Mourinho in panchina ma in precedenza si è tolta delle soddisfazioni, con diversi campioni che hanno vestito la maglia dei nerazzurri e incantato i tifosi. Da Alvaro Recoba a Ronaldo fino ad Adriano e Andrea Pirlo, le stelle non sono mancate, regalando notti magiche alla curva.
Diversi talenti si sono fatti notare anche per dei comportamenti sopra le righe fuori dal campo, tanto da mettere a repentaglio la carriera, interrompendo un’ascesa che stava per consacrarli a livello mondiale.
Un vero peccato date le potenzialità di alcuni profili che si erano messi in luce ma che non sono riusciti a contenere i propri vizi, con serie ripercussioni anche a livello fisico.
Questo è il triste epilogo di un giocatore che ha militato nell’Inter a inizio secolo, con prestazioni altalenanti, nonostante sia sceso spesso in campo dal primo minuto, godendo della fiducia del mister e dei compagni.
Ha giocato nell’Inter, la carriera ha avuto un declino in Inghilterra
Lui è Andy Van der Meyde. Il centrocampista ha raccontato, in un’intervista rilasciata a Prime Video, di aver attraversato un periodo davvero buio.
Questo è avvenuto quando ha lasciato l’Inter per trasferirsi all’Everton in Premier League dove ha giocato dal 2005 al 2009: “La mia carriera è finita quando sono andato all’Everton, lì è crollato tutto“.
Dalle droghe al tradimento, la rovina del talento ex Inter
Ecco cosa è successo all’olandese: “Mi sono costruito una seconda vita, tradivo mia moglie, ho lasciato i miei figli per un’altra. Non mi perdonerò mai ed è solo colpa mia. Uscivo tutte le sere a bere fino a quando l’alcool ha smesso di fare effetto. Allora sono passato alle droghe. Facevo uso di cocaina, non ero più me stesso“.
E i problemi di Van der Meyde riguardavano, come un boomerang, anche il campo: “Ho iniziato ad avere problemi con l’allenatore e nel frattempo mia figlia era in ospedale. Una volta sono rimasto in piedi due notti consecutive per colpa della cocaina. Lì ho capito che dovevo fare qualcosa. Ho chiamato il mio agente e gli ho detto che dovevo andare via altrimenti sarei morto“.