“Bevo ovunque, mi sono buttato dal balcone”: dall’Inter all’alcolismo | Ha tentato di farla finita
Dalla dipendenza dall’alcol al tentativo di suicidio, la cruda confessione dell’ex giocatore dell’Inter, ecco le sue parole
Nel corso della sua storia l’Inter ha avuto come tesserati dei giocatori dall’indiscusso talento ma che non hanno rispettato le aspettative a causa di problemi extra-sportivi e una fragilità emotiva che ha prevalso. Molti di loro sono provenienti dal Sud America, come un centrocampista che è approdato ad Appiano Gentile nel 2012, sotto i migliori auspici, dettati dalla sua precedente parentesi al Porto dove si era messo particolarmente in mostra.
In nerazzurro è rimasto per quattro stagioni, raccogliendo 114 presenze, condite da 15 reti. In quel periodo ha dovuto, però, fare i conti con dei seri problemi personali che ha raccontato di recente in un’intervista rilasciata a Caracol Television, in Colombia.
Questioni che hanno spinto la dirigenza a cederlo in Cina, con la carriera che da quel momento ha visto l’inizio della propria parabola discendente.
In Cina la situazione è persino peggiorata: “Notti brave, feste, yacht, aerei, ho buttato via i soldi”. Poi il ritorno in Sud America, in Brasile, dove con il Vasco da Gama in poco più di un anno colleziona 14 presenze e tre reti.
All’Inter ha scoperto di essere dipendente dall’alcol, ecco come passava le sue giornate
Lui è Fredy Guarin che ha raccontato la sua dipendenza dall’alcol, tanto da bere in una sola notte ben 70 birre: “Bevevo in casa, in discoteca dove c’erano modelle bellissime e al ristorante, sapevo che stavo sbagliando nel mio lavoro e nella mia responsabilità familiare. Dormivo, mi allenavo e bevevo ogni giorno. Dissero al mio agente che dovevo andare via da Milano, sentivo che non avevo limiti. Persi la mia famiglia e l’obiettivo di giocare a calcio”.
A quel punto ha iniziato ad essere aiutato da psicologi e psichiatri. Il problema si è ripresentato durante la pandemia: “Andavo nelle favela per cercare il pericolo. Mi addormentavo per la stanchezza, mi svegliavo con la birra accanto dove mi ero addormentato e poi mi ubriacavo di nuovo”.
L’epilogo peggiore è stato sventato da una casualità
All’apice della sofferenza è arrivato addirittura a tentare il suicidio, ammettendo di non ricordare molto dell’accaduto: “Abitavo al diciassettesimo piano e mi sono gettato dal balcone, c’era una rete che mi ha rimandato indietro, la mia testimonianza è un disegno di Dio, salverà sicuramente delle vite“.
La fortuna ha bussato alla sua porta in quel tragico momento. Ora, a 38 anni, sta provando a riprendere in mano la sua vita, consapevole di quanto sia facile ricadere nel baratro.