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Bayer Leverkusen-Inter, l’arroganza e le ossessioni di Inzaghi

Photo by Spada – LaPresse – Interdipendenza.net. Turnover e cambi errati: le colpe di Inzaghi nella sconfitta dell’Inter contro il Bayer Leverkusen

Ieri sera l’Inter è uscita sconfitta nel match contro il Bayer Lerverkusen e andando incontro alla prima sconfitta stagionale in Champions League. Una brutta partita da parte dei nerazzurri, fortemente condizionata non solo dalla prestazione ma anche dalle scelte iniziali e a gara in corso di Simone Inzaghi.

Dal punto di vista puramente pratico, la sconfitta di ieri per 1-0 contro il Bayer Leverekusen non è una tragedia. Perdere contro una grande squadra che solamente qualche mese fa ha riscritto la storia del calcio tedesco ed è arrivata ad una partita dalla stagione perfetta, è una qualcosa da poter mettere in conto. E sempre a livello pratico, questo primo stop europeo dell’Inter non compromette la possibilità della qualificazione diretta agli ottavi di finale e con i nerazzurri che hanno ancora il destino nelle loro mani.

Bayer Leverkusen-Inter, la Champions delle riserve. Inzaghi tradito dalla sua supponenza. I nerazzurri non hanno cambi all’altezza, ma il Mister non lo sa

Questi sono i lati positivi di una serata invece sportivamente molto amara e negativa in casa Inter. La partita di ieri era una grande occasione per mettere un mattoncino quasi decisivo verso il passaggio nella top 8 di Champions: è finita 1-0 meritatamente per la squadra tedesca, ma a lasciare perplessi è il modo con cui i nerazzurri se la sono voluta giocare.

Vale a dire non giocandosela. L’Inter ha chiuso il match con 0 tiri in porta agli avversari e sostanzialmente avendo creato il nulla. Il motivo principale è che i nerazzurri si sono presentati alla Bay Arena con la convinzione di non provarci nemmeno e tentare a strappare il pari. Il calcio è uno sport tremendamente crudele ma anche giusto, e che tende a punire questi mezzucci. E così è stato con la squadra che ha subito il gol al 90′.

Un 11 sbagliato e cambi anche peggiori. L’ossessione per il turnover di Inzaghi può essere un danno per la squadra

Colpa dei giocatori che non si sono dimostrati all’altezza, ma soprattutto la sconfitta di ieri è da additare principalmente alle scelte di Simone Inzaghi. Che in questa Champions League non ha mai voluto schierare la formazione titolare al completo, ma operando un grande turnover e dando spazio a tutti gli elementi della rosa. Così l’Inter al netto delle assenze di tre potenziali titolari come Acerbi, Pavard e Dumfries, si è presentata con una difesa obbligata con Sommer protetto da Bastoni, de Vrij e Bisseck. Poi vari cambi a centrocampo e in attacco, con una mediana sostanzialmente di seconde scelte a parte il solito Calhanoglu. In attacco poi assieme all uomo Champions Taremi è stato scelto Thuram.

Un Inter dimezzata con almeno cinque riserve a giocare una partita di Champions League in casa dei Campioni di Germania, che invece nel rispetto per la competizione e per la stessa Inter hanno schierato la formazione tipo senza scelte cervellotiche. L’arma del turnover dovrebbe servire a far rifiatare i titolari dopo alcune partite ravvicinate e fin qui si può anche essere d’accordo, ma ieri non era proprio il caso. Perché l’Inter aveva giocato venerdì sera contro il Parma con i titolari, e la prossima di campionato sarà lunedì sera contro la Lazio. Sei giorni dalla partita di ieri a quella che ci sarà. Non sono abbastanza per far recuperare al blocco di titolarissimi? Per Inzaghi evidentemente no.

Augusto, Frattesi, Taremi, Asllani e Arnautovic in Champions? L’Inter non ha cambi validi, ma Inzaghi pensa che tutti siano meritevoli di spazio

La cosa poi si fa molto più evidente nello specifico del caso Inter. Nonostante una certa narrazione ha portato a pensare che i nerazzurri abbiano una rosa profonda e composta da due squadre equivalenti, beh la realtà delle cose è differente. Già l’Inter nel suo 11 migliore non ha tutti fenomeni e la sua forza risiede nei meccanismi di gioco e nelle idee, e poi la sproporzione con i cosiddetti panchinari/seconde scelte è netta e palese.

Così ieri sera si è assistito all’ennesima partita anonima di gente come Carlos Augusto o Davide Frattesi (si potranno iniziare a fare domande sul suo reale valore quando il livello si alza?) o le prestazioni opache dei colpi di mercato Zielinski e Taremi (1 gol in stagione finora). La questione è che sembra che Inzaghi faccia turnover non perché serva, ma perché lo veda come una cosa da fare a prescindere e come un qualcosa di robotizzato: a prescindere da avversario, uomini a disposizione (che non sono all’altezza nella maggioranza dei casi) o situazioni contingenti come la partita di ieri dove si potevano rischiare i titolari dall’inizio visto il tempo di recupero tra questa e la prossima gara e l’importanza che poteva avere ieri, dove comunque potevi perdere ma farlo almeno al massimo delle tue possibilità.

Invece l’Inter ha finora disputato una Champions League delle riserve (tranne in parte col City, dove si è scelto di fare turnover col Monza perdendo punti…)non mostrandosi mai col vestito migliore nelle gare della massima competizione europea e ovviamente facendo calando il livello della sua qualita prestazionale, e venendo spesso anche supportata dalla buona sorte come le sfide vittoriose con Young Boys, Arsenal e Lipsia. Ieri la fortuna ti ha voltato le spalle e ti ha punito al 90′, come una sorta di monito.

Ora gennaio la Champions con gli uomini migliori per non rischiare l’incredibile

Inzaghi ha sulla coscienza la non partita di ieri, dove il tecnico nerazzurro ha sbagliato la formazione iniziale con arroganza e ha probabilmente peggiorato le cose con i cambi. Dove il Mister nerazzurro ha inserito elementi come Dimarco, Barella e Lautaro Martinez, ma togliendo poi gli unici due titolarissimi che c’erano prima come Calhanoglu (per il sempre mediocre Asllani) e Thuram, depotenziando di fatto la squadra a centrocampo e in attacco.

Dove un insufficiente Taremi è rimasto quasi fino alla fine per poi venire sostituito senza nessuna motivo logico a cinque minuti dal triplice fischio da Arnautovic, un cambio che non faresti mai con raziocinio. Ma come detto con Inzaghi tutti meritano spazio e tutti sono allo stesso livello. Ora la Champions League va in pausa e tornerà a gennaio, con le ultime due fondamentali sfide con Sparta Praga e Monaco. Dove si spera di vedere l’Inter migliore possibile senza esperimenti e imbottite di riserve, che va ripetuto non sono purtroppo un valore aggiunto.