“Ho perso mio figlio”: choc per il napoletano | Aveva solo tre anni, squadra in lutto
Un momento drammatico per il napoletano, la scomparsa del figlio è avvenuta a soli 3 anni: squadra in lutto
La gioia più grande per un uomo è, senza dubbio, quella di costruirsi una famiglia e magari avere dei figli. Di conseguenza anche vederli crescere e insegnargli i valori della vita. Purtroppo, però, il destino per alcuni è decisamente beffardo se non drammatico.
Proprio come capitato al noto personaggio calcistico che, purtroppo, non ha mai avuto questa opportunità visto che la vita sembra avergli voltato le spalle. La morte di un figlio è un dolore che non si può assolutamente cancellare da un momento all’altro.
Ti rimane dentro per sempre, come un segno indelebile. Un lutto che non potrà mai passare. Lo sa molto bene il calciatore che ha deciso di raccontare le sue emozioni ad un altro suo compagno di squadra nel libro dal titolo “Che vi siete persi“.
In campo era soprannominato il “guerriero”. Sempre con il sorriso sul volto. Sia sul campo che fuori. Un sorriso che esorcizzava il dolore che lo continua a tormentare da quel drammatico giorno in cui la sua vita, e quella della sua famiglia, è cambiata per sempre.
Dramma per il calciatore, morte del figlio a 3 anni: un dolore tremendo
Nel Napoli del primo scudetto, quello della stagione ’86-’87, tra i protagonisti (oltre all’indimenticato Diego Armando Maradona) c’era anche Salvatore Bagni. Per l’ex centrocampista c’è stato un episodio che ha cambiato per sempre la sua vita: la morte del figlio Raffaele avvenuta a soli 3 anni. Il tutto avvenne nel ’92. Ne ha parlato nel corso di una intervista che ha rilasciato al “Corriere della Sera”. Una persona sorridente, ma dietro quel sorriso c’è il dolore di una persona: “Solo così ho dovuto darmi forza per sopravvivere“.
Un terribile incidente stradale. Ricorda perfettamente quel giorno: “Tutta la mia famiglia era in macchina. Andavano a 40 all’ora. L’airbag si aprì. Con l’aiuto di tutti i familiari siamo riusciti a superare questa tragedia. Mia moglie è stata molto forte. Un dolore che abbiamo vissuto in modi diversi. Eravamo ad un bivio. Siamo stati molto compatti. I nostri figli sono stati seguiti da psicologi, fortuna non hanno risentito di niente“.
Il dolore dell’ex Napoli, la perdita del figlio e non solo
Non solo la morte del figlio, Bagni ha dovuto affrontare un altro macabro episodio: quello della bara del piccolo trafugata dal cimitero. Un mese dopo la morte qualcuno profanò la tomba dove riposava per sempre il piccolo Raffaele. Il tutto avvenne nel cimitero campagnolo di Cesenatico. Motivo? Chiedere il riscatto alla famiglia. Ben 300 milioni di lire. Rapitori che smisero di farsi vivi. Un dolore ancora più grande per Bagni e la sua famiglia.
Lo stesso ex calciatore cerca di darsi forza: “Aspettavamo invano una telefonata con i carabinieri a casa. Niente. Raffaele c’è ogni giorno, lo sentiamo accanto a noi. Io ho fede, il problema non è che il corpo non è più al cimitero. La nostra preoccupazione è rivolta ai figli degli altri. Sono sempre stato rimasto sconvolto, ma col sorriso positivo affronto la vita“.