Pogba: arriva la sentenza | Condanna confermata dal tribunale: “Arresti domiciliari”
Pogba ha ricevuto nelle ultime ore la sentenza definitiva, finisce il processo che lo riguardava, condannato agli arresti domiciliari
Paul Pogba ha fatto parlare di sé, negli ultimi tempi, solo per vicende extra campo. Il talento francese potrà tornare a giocare a calcio a fine marzo, quando la squalifica per doping sarà scontata, al termine dei 18 mesi di condanna.
La Juventus ha fatto sapere di non volerlo più in rosa e tra Cristiano Giuntoli e il suo entourage hanno definito gli ultimi dettagli per la rescissione consensuale del contratto, che rende il centrocampista appetibile sul mercato in quanto svincolato, con il Marsiglia guidato dall’italiano Roberto De Zerbi in prima linea per ingaggiarlo.
Ma non è l’unico tema che tiene banco nella sua vita. A marzo 2022 è stato vittima di un’aggressione nel suo appartamento di Montevrain, quando ancora giocava nel Manchester United. Due uomini incappucciati lo avevano minacciato con una pistola, nel tentativo di estorcergli ben 13 milioni di euro.
Si è scoperto ad agosto dello stesso anno che tra gli artefici di quel gesto vi era anche il fratello del top player transalpino. Inizia così un caso giudiziario che ha trovato la sua conclusione con la sentenza definitiva che condanna i colpevoli, con gli avvocati degli imputati che hanno, comunque, intenzione di ricorrere in appello.
Arriva la condanna definitiva per Pogba, costretto ai domiciliari
Il Tribunale penale di Parigi si è espresso decretando tre anni di reclusione a Mathias Pogba, con il primo che sarà scontato con il braccialetto elettronico, e il pagamento di una multa di 20mila euro per aver esercitato pressioni sull’ex bianconero per ricevere indennizzi economici rilevanti.
Gli altri cinque imputati, tutti amici d’infanzia o stretti conoscenti di Paul Pogba, sono stati giudicati colpevoli di estorsione, rapimento e detenzione, oltre che di associazione a delinquere, e condannati a pene fino a otto anni e a multe tra i 20 e i 40mila euro.
Un incubo che ha segnato gli ultimi anni della vita del top player della Juventus
Solo l’accusa di sequestro di persona è stata ritirata, come suggerito dal pubblico ministero, fatto che avrebbe aggravato ulteriormente i provvedimenti presi dalla Giustizia francese.
Finisce così una pagina nera per Paul che deve ancora digerire il torto subito da persone a lui care ma che può guardare con fiducia verso il futuro, professionale e non solo, felice che sia stata fatta giustizia.