Caso City: Gundogan ammette tutto | “Non sapevo avesse 17 anni”, caos in spogliatoio
L’intervista di Gündoğan senza mezze misure: adesso c’è ancora più tensione all’interno dell’ambiente della sponda blu di Manchester
Tutto ciò che ruota intorno al Manchester City di Pep Guardiola pullula di tensione. Dal tetto d’Europa conquistato nella finale contro l’Inter di Simone Inzaghi disputata allo Stadio Olimpico Atatürk di Istanbul al caos più totale.
All’inizio di questa stagione sembrava fossero pronti a dominare come da loro abitudine ma così non è stato. Una crisi senza precedenti, la più grave degli ultimi 10 anni, che ha condannato i Citizens a scivolare in classifica, ricoprendo attualmente la sesta posizione.
Questo periodo ha caratterizzato il più grande digiuno di risultati da quando l’ex Bayern e Barcellona è seduto su una panchina. E ancor più clamorosamente potrebbe rappresentare il suo peggior risultato in carriera, dato che mai ha chiuso oltre il terzo posto.
Complice anche e soprattutto i 115 capi d’accusa, con il processo attualmente in corso. Una situazione che probabilmente non era conosciuta dai calciatori arrivati nella sessione di calciomercato estiva, i quali ci avrebbero pensato su due volte prima di approdare nella sponda blu di Manchester.
Situazione inaspettata
Tra tutti, chi non credeva di ritrovare un Manchester City diverso era proprio İlkay Gündoğan, pedina fondamentale della crescita del club in questi ultimi anni. Il tedesco è stato e continua ad essere titolare inamovibile, rappresentando il polmone del centrocampo degli Sky Blues.
Il suo ritorno dal Barcellona, squadra in cui ha sempre sognato di militare, fu dovuto a causa dei problemi finanziari del club. Con l’obbligo di tagliare alcuni stipendi, fu lui il prescelto, avendo però la consapevolezza di esser accolto a braccia aperte a Manchester.
Dichiarazioni shock
Ed è proprio riguardante il suo periodo trascorso con la maglia blaugrana che ha rilasciato delle dichiarazioni shock. In un’intervista rilasciata al podcast BeerBiceps, invitato per parlare anche del Clàsico tra Real Madrid e Barcellona in occasione della finale di Supercoppa spagnola, si è soffermato in particolare sui ragazzini.
Fa riferimento ovviamente al La Masia, il più grande settore giovanile al mondo, in grado di produrre talenti generazionali. In questo, secondo il classe 1990, i Culès sono insuperabili: “La Masia continua a produrre talenti? Il caso di Lamine Yamal era evidente, ma anche qualcuno come Pau Cubarsí… Prima ancora che giocasse, già si vedeva negli allenamenti quanto fosse bravo. Quando sono arrivato, pensavo avesse 21-22 anni, ma quando mi hanno detto che aveva appena compiuto 17 anni, sono rimasto sotto shock. Sembrava molto maturo per la sua età. Ricordo di aver parlato di lui con un assistente di Xavi. La Masia è l’identità del Barça”.