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Fiorentina-Inter, i nerazzurri hanno dovuto affrontare i loro limiti

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Photo by Massimo Paolone - LaPresse - Interdipendenza.net

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Photo by Massimo Paolone – LaPresse – Interdipendenza.net. La disfatta dell’Inter contro la Fiorentina ha messo a nudo tutti i noti problemi dei nerazzurri e su più livelli

Ieri sera allo stadio Artemio Franchi è andata in scena la più brutta partita della stagione dell’Inter, sconfitta nettamente e meritatamente 3-0 dalla Fiorentina nel match valido per il recupero della quattordicesima giornata di campionato e prosecuzione della sfida rinviata lo scorso 1 dicembre a causa del malore occorso al centrocampista Edoardo Bove.

Un Inter senza scusanti, disastrosa sotto ogni punto di vista, molle e inguardabile quella vista contro la Fiorentina. Una partita per molti sorprendente per il risultato e per la non prestazione della formazione nerazzurra, ma per i più attenti una partita che ha solamente esposto su larga scala e in maniera sportivamente violenta tutti i limiti e i difetti strutturali della squadra allenata da Simone Inzaghi. Un KO pesante non solo nel punteggio e nel modo ma anche per la classifica, con l’Inter che ha fallito il possibile aggancio al primo posto del Napoli restando invece al secondo posto e a -3 dai partenopei.

Fiorentina-Inter, i Viola hanno messo a nudo tutti i limiti dei nerazzurri. Senza gioco la squadra non esiste e non ha campioni, i soliti errori della difesa e le colpe a monte di una dirigenza silente…

A voler essere estremamente sintetici e senza timore d’iperbole ieri l’Inter è stata davvero il nulla cosmico. Non la prima partita sbagliata dai nerazzurri in stagione, ma il disastro e il tracollo totale contro la Fiorentina sono stati un picco negativo che i tifosi dell’Inter si augurano di non rivedere. Ma come detto l’errore di tanti è stato di esserne sorpresi di aver visto un Inter così in difficoltà, quando ieri si sono solamente evidenziati in maniera netta problematiche già insite da tempo all’interno della formazione Campione d’Italia in carica.

Ieri sera l’Inter non ha sostanzialmente giocato contro la Fiorentina. E qui si potrebbe anche chiudere tutto, perché i nerazzurri senza le loro idee di gioco e senza i loro meccanismi codificati diventano una squadra prevedibile, altamente medicore e come si è visto anche facilmente battibile. In campo si è vista un Inter con un atteggiamento passivo e superficiale e quasi in antitesi con l’agonismo e la voglia che una partita di Serie A e di cartello avrebbe richiesto. Un qualcosa che ha invece avuto la Fiorentina, che pur molto rimaneggiata per infortuni e per l’ impossibilità di schierare i nuovi acquisti si è letteralmente mangiata l’Inter a livello di voglia di vincere.

Ma torniamo ad un Inter che come detto senza l’arma del gioco diventa quasi una squadra nulla. Ieri ai nerazzurri di Simone Inzaghi è mancato soprattutto ritmo e velocità nel palleggio, accontentandosi di approcciare la gara in maniera estremamente lenta e compassata e anche condizionata da uno status fisico probabilmente deficitario e causato dai tanti impegni di calendario. Risultato? Zero occasioni create in 70 minuti e 3 gol presi. L’Inter non può prescindere dal gioco perché non può fare altrimenti. I nerazzurri in organico non hanno campioni che possono risolvere le partite da soli con una singola giocata. Non ci sono quei giocatori nè nei titolarissimi e nè nelle riserve, che ieri sera hanno ulteriormente confermato il loro livello e la distanza che esiste tra loro e tra chi scende in campo quasi sempre.

Per gli avversari è diventato troppo facile far male all’Inter. Un leit motiv che Inzaghi sembra non voler correggere

Insomma un Inter svogliata, senza gioco, senza ritmo e in calo fisico si è consegnata ad una Fiorentina che ha preparato la partita come ormai quasi qualunque avversario prepara quando deve affrontare i nerazzurri. Compattezza e solidità in fase di non possesso ad ingolfare la manvora nerazzurra e ripartenze veloci e letali come strumento d’attacco sfruttando errori di costruzione da parte dell’Inter. A Raffaele Palladino è bastato pochissimo per mettere in scacco Inzaghi, che dopo aver vissuto una situazione simile nel Derby di una settimana fa non ha ovviamente porso rimedio. I Viola si sono schierati col 3-5-2 (Dodo e Gosens come quinti e Parisi come mezzala di copertura) a specchio in fase difensiva, con l’obiettivo di schermare a uomo tutti i riferimenti dell’Inter, per poi aprirsi in attacco con un 4-2-3-1 sfruttando la profondità e la rapidità di Kean e del terzino brasiliano che si trasformava in ala destra.

Davvero è bastato questo alla Fiorentina per avere meglio di un Inter spentissima. Superiorità in difesa dove il terzetto difensivo Viola era sempre in vantaggio numerico su Lautaro e Thuram, Beltran che schermava quello che resta di Calhanoglu e Inter ingolfata e in crisi in ogni sortita avanzata avvversaria. I semi della disfatta si potevano già vedere nel primo tempo, quando la Fiorentina ha rischiato di passare due volte avanti (miracolo di Sommer su Kean e occasione per Dodo) e si sono poi concretizzati nella ripresa.

Il vantaggio arrivato da corner dove l’irreprensibile e fenomenale Frattesi si perde Ranieri (altra grande partita dell’ex Sassuolo a proposito di rosa lunga e riserve forti…) e apre al tracollo. L’Inter continua a fare meno di niente anche nel secondo tempo e subisce il raddoppio nel modo preferito degli avversari. Recupero palla su un disastroso Calhanoglu che se la fa rubare da Richardson (nel Derby era stato Abraham), azione verticale con Dodò che crossa per Kean che salta in testa a Bisseck (molto bravo anche lui…) Prima del 3-0 finale sempre di Kean che ringrazia il regalo condiviso fattogli da Dimarco e Barella, va in scena tutta la confusione di Inzaghi che cambia modulo, muove la panchina con ingressi improbabili come quelli di Arnautovic e Taremi (le riserve forti cit.) e mettendo Thuram e Lautaro a fare le ali e rende il tutto ancora più grottesco in una serata che ha davvero esposto tutti i limiti di chi compone l’Inter: giocatori, allenatore e ovviamente la dirigenza.

Gli intoccabili Marotta e Ausilio che non hanno rinforzato la squadra ma ambiscono a tutto. Il paradosso che sembra andare bene anche a chi non dovrebbe

Perchè ieri sera l’Inter ha fallito e ha giocato in maniera orribile, ma è facile dare solo la colpa (giustamente) ai giocatori o all’allenatore. I principali autori di questo disastro sono in dirigenza e hanno il nome del Presidente Giuseppe Marotta e il DS Piero Ausilio. Che con una botta di arroganza e mancanza di umiltà molto rara, non hanno di fatto rinforzato la squadra in estate lasciando lo stesso gruppo di giocatori (buoni ma non fortissimi) pensando di ripetere l’annata scorsa, che è stata quello che è stata non perché l’Inter era la più forte di tutte, ma grazie ad un’idea e a un meccanismo efficace di gioco che aveva bisogno di essere rinnovato e alzato in talento e dando più frecce nella faretra.

Si è scelto delibaratamente di lasciare tutto come è (anzi no: assieme a due “fortissimi” parametri 0 si sono spesi quasi 30 milioni per il secondo portiere che non gioca mai e per un sesto difensore ora in prestito al Monza), facendo all-in su una ripetizione di un’impresa e anzi facendo anche dichiarazioni di grandezza per la stagione corrente. Ma come detto se all’Inter manca il gioco non ha altre risorse a cui attingere: nè dai titolari, nè dalle mediocri riserve e nè dagli inutili arrivi in estate che nemmeno sono stati corretti nella finestra di gennaio. E quando ad esempio una squadra non scarsa come la Fiorentina (ma possono essere tante altre) mette il bastonei nell’ingranaggio, l’Inter chiude mestamente il sipario come accaduto ieri sera.