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Campione del Mondo in prigione: portato a forza in carcere | L’eroe di Berlino ha perso 10 milioni

La Nazionale italiana campione del Mondo nel 2006 - Foto Lapresse - Interdipendenza.net

La Nazionale italiana campione del Mondo nel 2006 - Foto Lapresse - Interdipendenza.net

Il Campione del Mondo 2006 finisce in carcere, sequestrato un patrimonio superiore ai 10 milioni di euro, un epilogo inaspettato

La scorsa estate i protagonisti di quell’impresa si sono ritrovati per una cena a Viareggio, città del commissario tecnico Marcello Lippi, con l’intento di ricordare quel mese che ha consentito alla Nazionale italiana di vincere un Mondiale in cui partiva senza il favore dei pronostici, in un periodo in cui il calcio italiano era scosso dal caso Calciopoli che avrebbe provocato poi la retrocessione in Serie B della Juventus.

L’estate del 2006 resterà per sempre nel cuore di tutto il popolo italiano per l’impresa sportiva compiuta dagli azzurri che trionfarono in Germania al termine di un torneo disputato con autorevolezza e con un gruppo unito, in grado di battere squadre più blasonate.

Una difesa di ferro e contropiedi efficaci hanno permesso di trionfare, battendo sia i padroni di casa della Germania che la Francia in una finale al cardiopalma, con la coppa alzata al termine della lotteria dei rigori, spesso fatali agli azzurri nel corso della sua storia.

Un organico composto da talenti che non erano consapevoli dei propri mezzi sino a questa spedizione che ha fatto capire al Mondo le qualità di una serie di giocatori che avrebbe poi vestito maglie prestigiose anche all’estero.

Dal tetto del Mondo a uno scandalo che lo ha coinvolto

Tra di loro fu convocato anche un centravanti che militava nell’Udinese e che segnò nel match d’esordio, vinto contro il Ghana. Sarà poi acquistato dalla Juventus, con cui vincerà il primo dei nove Scudetti consecutivi, con Antonio Conte in panchina.

La direzione investigativa antimafia ha sequestrato un patrimonio di oltre 10 milioni di euro a suo padre, considerato il volto pubblico della ‘ndrangheta in Emilia-Romagna.

Vincenzo Iaquinta in campo con la maglia dell'Udinese - Foto Lapresse - Interdipendenza.net
Vincenzo Iaquinta in campo con la maglia dell’Udinese – Foto Lapresse – Interdipendenza.net

Una pena esemplare e un’immagine pubblica macchiata per sempre

Giuseppe Iaquinta era stato raggiunto da ordinanza di custodia cautelare in carcere nel gennaio 2015 nell’ambito dell’operazione Aemilia, poi condannato nel 2018 dal Tribunale di Reggio Emilia a 19 anni di reclusione, poi ridotta a 13 anni per i reati di associazione mafiosa e detenzione illegale di armi e munizioni.

Anche il figlio Vincenzo, che ha appeso gli scarpini al chiodo nel 2013, era stato coinvolto nello stesso processo, per reati di armi, con la condanna di due anni con la sospensione condizionale.