Esplode il caso in serie A: arbitro fermato all’aeroporto | 40 kg di Marijuana in valigia
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Un arbitro di Serie A - Foto Lapresse - Interdipendenza.net
Nuovo caso in Serie A che riguarda un direttore di gara, è stato fermato dalle forze dell’ordine in aereoporto con la droga nella valigia, condannato
Ogni settimana assistiamo a qualche episodio controverso che riguarda la direzione di gara degli arbitri di Serie A, una prassi che è diminuita solo in apparenza dopo l’avvento del Var, con polemiche riguardo a rigori fischiati o cartellini assegnati. I tifosi, gli allenatori e le dirigenze sono spesso critiche nei confronti del fischietto di turno.
Nonostante gli arbitri italiani siano molto apprezzati a livello internazionale, le insufficienze fioccano anche sui quotidiani sportivi che non perdonano eventuali errori che possono condizionare partite anche importanti del campionato.
Un torneo molto equilibrato giunti a fine febbraio, con tre squadre in lotta per lo Scudetto, un’agguerrita corsa per il quarto posto e per evitare la retrocessione, con Monza e Venezia in grande difficoltà ma con altre compagini alla ricerca di punti preziosi per mantenere la categoria.
E ogni match può essere fondamentale dopo il termine del mercato di gennaio e di un girone di andata che ha dato risposte incoraggianti ad alcuni club e costretto altri a ricorrere alla finestra di riparazione per risalire la china in classifica.
Una condanna esemplare per una figura di spicco del calcio italiano, gli arbitri sono increduli
Intanto, l’ex procuratore capo dell’Aia, Rosario D’Onofrio, è stato condannato a Milano a 5 anni e 8 mesi dopo essere stato inserito nell’indagine su un presunto maxi traffico internazionale di droga. Indagine che aveva portato, nel 2022, a una raffica di arresti.
L’ex ufficiale dell’esercito era già stato arrestato in flagranza nel maggio 2020 per aver trasportato 44 chili di marijuana e poi condannato a 2 anni e 8 mesi. Una pena esemplare che vuole punire un illecito commesso per più di una volta.
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Non voleva fermare il traffico nemmeno durante lo scoppio della pandemia
D’Onofrio, durante il periodo del lockdown, avrebbe anche indossato la divisa per circolare senza problemi con la droga e gestire gli incassi dello spaccio a cittadini cinesi, affinché li trasferissero illegalmente in Spagna.
D’Onofrio quando fu nuovamente arrestato, era ancora procuratore dell’Associazione italiana arbitri e questo fatto aveva suscitato enormi polemiche all’interno di un ambiente già fortemente criticato per altri aspetti.