Signor arbitro, dobbiamo mangiare adesso: gara sospesa | Stavano letteralmente morendo di fame

Fischietto dell'arbitro - foto LAPRESSE - Interdipendenza.net
I calciatori non riuscivano più a resistere, avevano bisogno di mangiare: hanno chiesto all’arbitro di sospendere la gara
Ha dell’incredibile quanto successo in una delle ultime gare disputate nella UEFA Champions League. La gara è stata improvvisamente sospesa al minuto 8, (fischio d’inizio alle 18.45), lasciando sorpresi sia i tifosi presenti sugli spalti che i telespettatori in giro per il mondo.
Si credeva che l’interruzione della gara fosse stata annunciata per una emergenza, tant’è che ha iniziato a riecheggiare un clima di preoccupazione, ma la motivazione era tutt’altra: i calciatori erano affamati ed avevano il bisogno assoluto di mangiare.
Un gesto di grande solidarietà e rispetto nei confronti dei giocatori di religione musulmana. Quest’ultimi stanno seguendo in questo periodo preciso dell’anno il digiuno previsto dal Ramadan, che iniziano il 1 Marzo e lo terminano il 29 dello stesso mese.
Nello specifico, la loro devozione implica la privazione di qualunque vizio o ingerimento. Il tutto avviene dall’alba fino al calar del sole, fase in cui sono obbligati ad astenersi dal cibarsi, bere e fumare, per poi poter riprendere regolarmente le loro attività fino alla mattina seguente.
Un esempio per tutti
La partita protagonista della vicenda è stata quella tra Lille e Borussia Dortmund, valida per il ritorno degli ottavi di finale di Champions League. Al termine della doppia sfida l’hanno spuntata i tedeschi ma ciò che è saltato all’occhio è l’esempio dato in mondo visione.
L’arbitro svizzero Sandro Scharer non ci ha pensato due volte, preferendo fermare il match piuttosto che iniziarlo in ritardo. Un grandissimo gesto da parte sua che ha dato la possibilità ai giocatori di nutrirsi, insegnando all’intera popolazione globale il rispetto per la fede altrui.

Rispetto per gli altri
Un comportamento che non è di certo passato inosservato. Anche l’ex attaccante tedesco, Tobias Schweinsteiger, ci ha tenuto a citarlo durante la diretta della gara su Dazn: “È un aspetto spesso sottovalutato ma bisogna tenere conto che il rapporto con la fede è molto importante“.
Così come l’allenatore Niko Kovac che ha spiegato che questo periodo religioso può avere molta influenza sui calciatori, motivo per cui vanno rispettati se non se la sentono di scendere in campo: “Da parte nostra non c’è assolutamente alcun problema nell’assecondare i nostri calciatori – ha ammesso ai media tedeschi. Penso che sia positivo che lo facciano”. È successo con Ramy Bensebaini, che ha fortemente accusato i primi giorni del Ramadan ma che è stato immediatamente capito dal suo mister e dalla sua società. Oramai è un argomento più che sdoganato e fortunatamente ogni individuo è libero di professare la propria religione senza avere conseguenze.