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Come nel 2006: l’arbitro era palesemente corrotto | Squalifica fino al 2028 in serie A

Un arbitro di Serie A - Foto Lapresse - Interdipendenza.net

Un arbitro di Serie A - Foto Lapresse - Interdipendenza.net

L’arbitro è stato condannato a tre anni di squalifica per corruzione, l’indagine ha smascherato il direttore di gara, nuovo scandalo nel calcio italiano

Nel 2006 il calcio italiano fu sconvolto dal caso Calciopoli che portò alla retrocessione della Juventus, alla revoca dello scudetto conquistato dai bianconeri nel campionato appena concluso e a penalizzazioni inflitte ad altre società. Un fatto epocale che non finì in sordina nemmeno con la vittoria, inaspettata e contemporanea, della Nazionale italiana ai Mondiali che si disputarono in Germania.

Dalle indagini emersero intimidazioni nei confronti degli arbitri per favorire determinate squadre, con la regolarità della serie A che fu così messa a repentaglio.

Un vaso di Pandora che rivoluzionerà le gerarchie ai vertici e spianerà la strada all’Inter che nel giro di quattro anni realizzerà la più importante impresa sportiva della sua storia, il Triplete con Mourinho in panchina.

Negli anni successivi non si sono ripetuti fatti di tale portata ma non sono mancate vicende che testimoniano un sistema che fa fatica a rispettare le regole.

Il Tribunale Federale non ha fatto sconti, la pena è stata aumentata

Una classe arbitrale che non sta vivendo un momento semplice, con l’introduzione del Var che non ha agevolato il compito dei fischietti, placando solo in parte le polemiche per eventuali errori di valutazione.

Di recente è arrivata la condanna di tre anni, superiore rispetto a quella inflitta all’inizio, da parte del tribunale federale nei confronti di un direttore di gara a causa di un nuovo episodio di scommesse.

L'arbitro estrae il rosso - Foto Lapresse - Interdipendenza.net
L’arbitro estrae il rosso – Foto Lapresse – Interdipendenza.net

Di cosa è colpevole l’arbitro, squalificato fino al 2028

L’arbitro in questione si chiama Luigi Catanoso della sezione di Reggio Calabria. Su di lui erano stati segnalati flussi anomali di puntate su alcune partite che aveva diretto e, dopo le quali, ci sarebbe stato l’incontro con un collega, Milone, designato per Empoli-Lazio di Primavera1, al quale Catanoso avrebbe offerto circa 3.000 euro.

La motivazione, spiegata nelle carte del processo, sarebbe quella di consegnare informazioni utili per potere effettuare scommesse dall’esito sicuro su ammonizioni, rigori e su quale squadra avrebbe segnato per prima. Una condotta che infrange il codice etico e che comporta una sanzione pesante, con l’impossibilità di potere svolgere la propria professione sino al 2028.