Tragedia in serie A: è morto a 23 anni | Era distrutto dalla droga, lo hanno scoperto i genitori

Il lutto del calciatore - Foto Facebook - Interdipendenza.net
Era una delle promesse del calcio italiano, la sua giovane vita si spegne a soli 23 anni, la dipendenza dall’eroina è stata la sua condanna
Per disputare una carriera di alto livello nel mondo del calcio non basta il talento. Il fattore mentale fa spesso la differenza e lo hanno dimostrato molti potenziali campioni che non hanno mai raggiunto il salto definitivo a causa di problemi comportamentali e personali che hanno inficiato sul rendimento sul campo.
Un caso analogo riguarda una giovane promessa del calcio italiano, nato a Venezia nel 1961, che si fece notare subito per le sue qualità tecniche superiori alla media. Il PAdova decide di aggregarlo agli allievi e a soli 16 anni debutterà in prima squadra.
Passa poi alla Primavera del Vicenza, dove è paragonato a Paolo Rossi per la sua media realizzativa. A 19 anni esordisce in serie B ma sarà poi ceduto al Casale, in quanto non riusciva a gestire la pressione.
Questo trasferimento rappresenterà la sua fine. Deluso per non avere rispettato le attese e temendo di avere perso la chance di affermarsi, incontra ciò che lo porterà a un tragico epilogo, l’eroina.
La sua ascesa si è spenta in fretta, ecco perchè
Da quel momento non sarà in grado di allenarsi con regolarità, scendendo ulteriormente di categoria, al Monselice in C2 e poi fino alla Promozione. A quel punto decide di ritirarsi dal mondo del calcio e di combattere la dipendenza.
Lui è Michele Rogliani, che entra in una comunità di recupero. Chiede poi aiuto anche alla famiglia che lo legò a un termosifone con delle catene per resistere al richiamo della droga.

Una morte assurda per un talento rovinato dalla droga
Il 27 febbraio 1985 accade una tragedia. Una sigaretta spenta male innescò un incendio, il giocatore urlò, i familiari non si accorsero di nulla fin quando non videro del fumo uscire dalla sua camera. Presi dal panico non trovarono le chiavi della camera e, quando arrivarono i pompieri, i suoi polmoni erano stati invasi dal fumo. Rogliani morì durante il trasporto in ospedale.
Un racconto toccante di una vita spezzata per un caso fortuito ma che era già stata rovinata dalla tossicodipendenza alla quale non era stato in grado di ribellarsi sino in fondo, pur desideroso di contrastarla in ogni modo possibile.