Squalifica Sinner, arriva la doccia fredda: i fan sono disperati | “Fa male al Tennis”

Jannik Sinner in conferenza - Foto Ansa - Interdipendenza.net
Jannik Sinner di nuovo al centro delle polemiche, non c’è pace per il numero 1 azzurro, a pochi giorni dal suo rientro in campo
Manca una settimana dal rientro effettivo in campo di Jannik Sinner, dopo i tre mesi di squalifica che sono stati concordati con la Wada a causa del caso Clostebol, sostanza proibita che è stata rinvenuta nel sangue del tennista un anno fa e la cui responsabilità è stata poi attribuita a un errore da parte del fisioterapista.
Per il campione altoatesino non è stato facile mantenere la concentrazione e il rendimento che lo ha portato a conservare la vetta della classifica mondiale maschile, con una grave accusa che pendeva su di lui, sempre pronto a dimostrare la sua innocenza e a fare parlare le prestazioni in campo.
L’azzurro è stato costretto a fermarsi e interrompere l’ottimo avvio di stagione, con la vittoria agli Australian Open, saltando così diversi tornei che servivano come trampolino di lancio in vista dei prossimi slam come il Roland Garros e Wimbledon.
E così a Roma farà il suo esordio stagionale sulla terra rossa, cercando di battere il rivale Carlos Alcaraz che sa dare il meglio di sé su questa superficie. Il calore del pubblico della Capitale potrà aiutare Jannik a tornare nel migliore dei modi.
Sinner e una condanna che non ha spento le critiche
Ma, intanto, le polemiche non si placano. Diversi colleghi hanno ritenuto poco congruo il provvedimento preso nei confronti del numero 1 del ranking.
L’ultimo in ordine cronologico è stato Stan Wawrinka. Il tennista svizzero, che a 40 anni non ha ancora nessuna intenzione di ritirarsi, ne ha parlato durante un’intervista rilasciata per Eurosport.

Ciò che è successo con Jannik ha gettato una pessima immagine sul tennis
Per lui l’errore è stato fatto al principio: “Del caso Sinner hanno sbagliato il modo con cui è stato gestito e la comunicazione. Il fatto che non si sia saputo qualcosa fin dall’inizio, si è tolta credibilità a quello che succede“.
Un comportamento nocivo per lo sport: “Si è gestita questa cosa in un modo che secondo me fa del male al tennis, tutto qui. Perché alla fine ci si chiede qual è la battaglia che si sta cercando di vincere. Se si cercano davvero i giocatori positivi o alla fine si riduce tutto ad avere un avvocato bravo che ti fa uscire nel miglior modo possibile“.