Inter, Il flash di Dumfries dice tutto
La foto più emblematica di Inter Napoli arriva all’87mo quando Dumfries rincorre a perdifiato Raspadori che stava partendo in contropiede potenzialmente letale, lo abbranca, lo tira giù, rimedia il giallo e fa esultare San Siro quasi come per un gol.
In quel gesto c’è tutta la fame di una squadra che dice no, il nostro campionato non è finito, c’è la prova provata di una partita preparata alla perfezione da Inzaghi, c’è tutta l’unità di intenti ritrovata tra squadra e tifosi dopo il periodo nero di inizio stagione.
L’Inter non solo ha giocato una partita attenta, decisa ma forse per la prima volta in stagione è riuscita a non far giocare l’avversario di alto rango al meglio delle sue caratteristiche. Se il primo tiro della capolista arriva al 91mo il motivo non è solo la ridotta lucidità offensiva come ha detto Spalletti.
L’importanza degli spazi
E’ il frutto di una squadra che, ritrovato Lukaku anche se al 50% della sua condizione, abbassandosi riesce a recuperare quegli spazi da metà campo in su che permettono al belga ma anche a Dimarco, a Barella, a Darmian, a Mkhtaryan di inserirsi con costanza e pericolosità. Non più giogioneggiare con l’inutile tic e toc nella metà campo avversaria. Squadra più bassa, difesa coperta (Acerbi e Skriniar monumentali), centrocampo di grande efficacia nella doppia fase di interdizione e ripartenza. Risultato 4 palle gol nitide nei primi 45 di gioco.
A quel punto chi non ha temuto la grande beffa alzi la mano.
Ci ha pensato Dzeko a far svanire la paura. Chi può riguardi l’azione del gol ripresa da dietro. La corsa del bosniaco è un capolavoro di intelligenza ed esperienza, due movimenti e altrettanti contromovimenti per mandare Rrahmani al bar e farsi trovare puntuale e da solo all’appuntamento con il cross di Dimarco.
Il solito Correa
A proposito di spazi, l’azione del gol nasce da una rimessa laterale nella metà campo nerazzurra con 6/7 giocatori del Napoli alti nel tentativo di recuperare e ripartire. Quando Mkhitaryan riceve la rimessa gli basta girarsi e vedere Dimarco che ha a disposizione tutta la fascia sinistra completamente libera. Il resto viene da sé.
Unica nota stonata della serata il solito Correa, ormai il suo atteggiamento non fa più notizia. Inzaghi lo conosce bene e spera che la scintilla del suo talento scocchi ancora ma l’unico motivo plausibile per vederlo in campo è l’esposizione della merce da vendere. A lui il compito di smentirci una volta per tutte.
Parola d’ordine continuità
Ora viene il bello.
Monza, Verona, Empoli e Cremonese prima del derby. Serve “solo” dare continuità, non portare a casa il bottino pieno prima del derby significherebbe compromettere quanto di buono fatto con il Napoli. 4 turni da sfruttare mentre Napoli, Milan e Juventus vivranno impegni ben più difficili.
E magari, nel frattempo, riportare dall’Arabia in Viale della Liberazione un’altra Supercoppa da esibire a San Siro proprio nel derby del 5 febbraio.
Uno sfottò ai cugini? Ma quando mai…
Amala